Questo ragazzo prodigio a soli 18 anni ha ideato uno stent coronarico salva-vita... ed è autodidatta

di Alberto Ragazzini

08 Dicembre 2018

Questo ragazzo prodigio a soli 18 anni ha ideato uno stent coronarico salva-vita... ed è autodidatta
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Il nuovo ragazzo prodigio della medicina ha soltanto 18 anni e ancora deve finire gli studi superiori. Cresciuto nel segno della cardiologia, ha coltivato la sua passione iniziando a studiare come autodidatta ed è arrivato a ideare uno stent coronarico che aiuta i chirurghi e salva le vite delle persone. Il giovane prodigio per il momento è concentrato su un unico obiettivo: concludere gli studi e impegnarsi al massimo nei test di ammissione per la Facoltà di Medicina. 

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Giuseppe Bungaro/Facebook

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Un giovane studente di 18 anni è considerato il nuovo prodigio e futuro della medicina, il ragazzo di nome Giuseppe Bungaro è originario di Fragagnano in provincia di Taranto dove ancora deve terminare il liceo scientifico. 

Giuseppe nonostante l'età è già una figura di rilievo nella comunità medica e scientifica: è stato premiato per aver vinto l'European Union Contest for Young Scientists, una competizione tra talenti scientifici di tutta Europa tra i  14 e i 21 anni, ed è stato inserito nella lista delle 100 Eccellenze italiane come giovane talento per la medicina. 

E pensare che questa passione in particolare per la cardiologia è nata proprio per dei problemi di salute: a 13 anni gli diagnosticarono infatti un problema all'aorta addominale. Da questo episodio è nata la voglia di documentarsi e studiare come autodidatta riuscendo addirittura ad ideare uno stent pericardico auto espandibile. L'idea che ha colpito tutti quanti e che lo ha portato alla notorietà, è l'elaborazione di alcune protesi vascolari che sfruttano le nanotecnologie per evitare le complicazioni che avvengono solitamente a causa dei materiali utilizzati. 

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Giuseppe Bungaro/Facebook

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Preso dall'entusiasmo per quella che poteva essere un'idea geniale, il ragazzo ha contattato il Dott. Fausto Castriota, all'epoca responsabile dell'Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica al Maria Cecilia Hospital di Ravenna. Due giorni dopo Giuseppe era ad assistere a un intervento in sala operatoria. 

Luogo che ormai frequenta con disinvoltura e che ha vissuto anche dal vivo per risolvere il problema al cuore che gli diagnosticarono qualche anno prima. Ora Giuseppe si gode la sua "normale" vita da giovane prodigio e ha solo una cosa in testa per il momento: concludere gli studi e impegnarsi per l'esame di ammissione alla Facoltà di Medicina.

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