La paura di stare da soli riguarda sempre più persone, ma nessuno ne riconosce i segnali

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di Claudia Melucci

04 Dicembre 2018

La paura di stare da soli riguarda sempre più persone, ma nessuno ne riconosce i segnali
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Sono molte le persone che hanno paura di essere sole; non solo a lungo termine, nel senso di non riuscire a creare una famiglia, ma anche nel quotidiano. Chi ha una vera e propria fobia di stare da solo finisce per ricercare la compagnia anche di persone non piacevoli, prende il telefono in maniera compulsiva e inizia a chiamare o messaggiare con qualcuno solo per riempire il silenzio; a casa lascia sempre qualcosa accesso, la radio o la TV. 

È una problematica molto diffusa e sicuramente i tempi iperconnessi di oggi non aiutano ad evitarla; ma c'è un modo per sbarazzarsi di questa paura?

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Ci sono persone che hanno paura di stare da sole; non perché sentono la minaccia che qualcuno possa fare loro del male, ma semplicemente perché provano un vero e proprio disagio a stare con se stesse. Spesso, inconsciamente, mettono in atto delle vere e proprie strategie pur di non ritrovarsi da sole. All'estremo di questo comportamento, c'è anche chi è finito a mettere dei figli al mondo per la paura di stare da solo, con lo sguardo rivolto verso di sé.

La paura di stare da soli è un problema di cui probabilmente si parla troppo poco; eppure è un tema molto attuale, sebbene il mondo iperconnesso di oggi ci faccia sembrare sempre indaffarati a sbrigare una conversazione con qualcuno. In realtà si tratta di una copertura, un modo molto facile per colmare quella sensazione di vertigine che molti provano a stare da soli.

Il fatto di stare ore ed ore della giornata in contatto con qualcuno peggiora la nostra capacità di stare con noi stessi; ma moltissimo deriva dal benessere con se stessi, che viene prima del stare bene con gli altri.

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Riuscire a stare bene con sé non ha niente a che vedere col trovare hobby ed impegni da sbrigare soli; è esattamente il contrario, ovvero riuscire a non fare niente pur stando bene. L'obiettivo è quello di sviluppare consapevolezza e tolleranza nei confronti della propria esistenza; per molti non è facile come sembra. Percepire il proprio corpo, le proprie emozioni, sentire il "suono" dei pensieri che sfrecciano nella mente è qualcosa di insopportabile per qualcuno. 

Questo accade quando si diventa distratti cronici; quando, richiamati dalle migliaia di stimoli a cui siamo sottoposti giornalmente – l'ultima notizia, la notifica sul cellulare, l'ultima tendenza, l'offerta esclusiva... – ci dimentichiamo di sentire noi stessi, il nostro corpo, i nostri confini.

Si tratta di praticare l'arte della solitudine, la base per star bene con gli altri in maniera consapevole e rilassata. Più si va avanti con l'evoluzione tecnologica, più sembra che l'uomo debba riabituarsi a situazioni che dovrebbero risultargli più che naturali. È, e sarà, il paradosso dei tempi moderni, la sfida per non perdere quello sprazzo di umanità. 

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