Questo curioso ragno saltellante "allatta" i suoi piccoli al pari di un mammifero

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di Claudia Melucci

30 Novembre 2018

Questo curioso ragno saltellante "allatta" i suoi piccoli al pari di un mammifero
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C'è chi sostiene che i ragni saltellanti, scientificamente i Salticidi o T. magnus, siano delle creature amorevoli al pari di un gattino o di un cucciolo di cane. A quanto pare c'è un altro motivo per cui questi animaletti potrebbero essere paragonati a dei mammiferi a tutti gli effetti; lo ha scoperto un ecologista, che ha visto come le mamme salticidi "allattino" i propri figli per un periodo addirittura più lungo di quello della maggior parte dei mammiferi. 

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Thomas Shahan/Wikimedia

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Si pensava che l'allattamento della prole per un periodo più o meno lungo dopo la nascita fosse un'esclusiva dei mammiferi, ma la scoperta su questo ragno fa pensare diversamente.

Gli esemplari femmina di T. magnus "allattano" i propri cuccioli anche dopo che questi hanno imparato a procurarsi cibo in modo autonomo, con una sostanza che assomiglia molto al latte mammifero. Ora, è rinomato che i ragni non abbiano un apparato preposto alla distribuzione di "latte", ma pare che questo non impedisca loro di intraprendere l'allattamento.

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Screenshot Youtube

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I dettagli su come e perché i salticidi provvedano a delle cure così inusuali nei confronti nei figli li ha scoperti Chen Zanqi, ricercatore dell'Accademia delle Scienze cinese. 

Lo studioso ha prelevato alcuni esemplari da una colonia – altra caratteristica inusuale per dei ragni – presente in natura. In laboratorio ha visto che i piccoli nati dalle uova appena dischiuse non lasciavano mai il nido, neanche quando per 20 giorni la mamma non portava loro alcun cibo. Successivamente, alcuni dei piccoli ragni raggiungevano la madre e si attaccavano al sue ventre; non solo, mamma-ragno mostrava atteggiamenti evidentemente premurosi

Thomas Shahan/Wikimedia

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Un'analisi più approfondita ha consentito di trarre delle conclusioni sulle modalità di crescita e sviluppo dei piccoli di T. magnus.

La madre produce una sostanza nutriente, una sorta di "latte", con un contenuto proteico quattro volte superiore a quello di una mucca. Quando le uova si schiudono, la femmina depone una goccia del liquido da un'apertura sull'addome, che provvederà a nutrire i piccoli per i primi giorni di vita. Quando poi acquisiscono abbastanza forze, raggiungono la madre e succhiano il "latte" direttamente dal suo ventre per almeno 20 giorni.

Anche altri mammiferi – topi ad esempio – nutrono i cuccioli per un periodo simile dopo la nascita, ma il T. magnus fa qualcosa di molto speciale; anche quando i figli sono abbastanza grandi da trovare cibo in modo indipendente, la mamma consente loro di prendere il siero per altri venti giorni.

Questo vuol dire che l'allattamento che può arrivare anche a 40 giorni dalla nascita, un tempo rarissimo per la maggior parte dei mammiferi, riscontrabile solo negli elefanti e negli esseri umani.

"Le cure parentali estese indicano che anche gli invertebrati hanno sviluppato questa abilità" ha detto Quan Rui-Chang, un altro ricercatore dell'Accademia.

Non è incredibile?

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