Parkinson: primo paziente trattato con cellule staminali riprogrammate. Una possibile svolta nella cura

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di Marco Renzi

16 Novembre 2018

Parkinson: primo paziente trattato con cellule staminali riprogrammate. Una possibile svolta nella cura
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Per tutte le persone che hanno sfortunatamente avuto a che fare con l'insidiosa malattia del Parkinson, arriva dal Giappone una buona notizia: un uomo di 50 anni ha subito un impianto di cellule staminali riprogrammate, che potrebbero rappresentare un punto di svolta nel trattamento di questa patologia.

Per l'impianto sono state usate cellule staminali pluripotenti indotte, cioè cellule prelevate da altri tessuti corporei e poi trattate per farle tornare ad uno stadio embrionale, dal quale potranno ritrasformarsi in cellule di tipo diverso (perciò sono dette pluripotenti).

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U.S. Air Force photo/Airman 1st Class Katrina Heikkinen

U.S. Air Force photo/Airman 1st Class Katrina Heikkinen

I neurochirurghi giapponesi, guidati dal dottor Takayuki Kikuchi dell'Ospedale universitario di Kyoto, hanno per adesso impiantato 2,4 milioni di cellule nel cervello del paziente con un intervento durato più di tre ore. Precisamente, le cellule sono state "iniettate" in 12 punti specifici, noti perché importanti per la produzione di dopamina. La carenza di questo neurotrasmettitore sarebbe infatti alla base dello sviluppo dei principali effetti del Parkinson, e questo "rinnovo" di cellule dovrebbe portare ad una svolta nella cura.

Dopo un mese, il paziente non ha riscontrato nessun effetto negativo e nessun rigetto: se sarà stabile per sei mesi, si procederà ad un altro impianto di 2,4 milioni di cellule. Il team ha inoltre pianificato di eseguire la tecnica su altri 6 pazienti, in modo da avere un campione rappresentativo di casi entro il 2020.

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U.S. Air Force photo by Staff Sgt. Nicole Leidholm

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Se i risultati saranno quelli sperati, entro 5 anni l'approccio a questa malattia potrebbe essere completamente stravolto. Già nel 2014 l'oftalmologa Masayo Takahashi, moglie di Takayuki Kikuchi, ha trattato le affezioni oculari usando cellule staminali pluripotenti indotte: speriamo che scoprire con successo nuove forme di trattamento sia un vizio di famiglia.

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