5 paradossi che mettono a dura prova le nostre capacità logiche

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di Marco Renzi

11 Ottobre 2018

5 paradossi che mettono a dura prova le nostre capacità logiche
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Da secoli il ragionamento filosofico punta a mettere in discussione e a far evolvere le certezze dell'animo umano con i metodi più diversi. Uno di questi, forse il più popolare anche tra i non addetti ai lavori, è quello di formulare paradossi. Questi enunciati "impossibili" mettono alla prova l'intuito e la logica di chi cerca di risolverli - o a volte anche solo di capirli.

Di seguito vi proponiamo 5 enunciati paradossali che forse non avete mai ascoltato o letto, sperano di stimolare il vostro lato più "filosofico".

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5 paradossi che mettono a dura prova le nostre capacità logiche - 1
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1. Pinocchio mente o dice la verità?

1. Pinocchio mente o dice la verità?

Insomnia Cured Here/Flickr

Si tratta dell'evoluzione del più famoso paradosso del mentitore. Se Pinocchio dicesse "Ora il mio naso si allungherà", cosa dovrebbe accadere? Se si allungasse, vorrebbe dire che lui sta dicendo la verità, e quindi non ci sarebbe più motivo di farlo allungare; se non si allungasse, vorrebbe dire che Pinocchio sta mentendo, presupposto che dovrebbe far invece allungare il naso.

2. È o non è la nave di Teseo?

2. È o non è la nave di Teseo?

Il paradosso pone la questione metafisica del mantenimento dell'identità di un oggetto nonostante la sostituzione dei suoi componenti. Si narra che la nave di Teseo sia stata conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone via via le parti che si deterioravano (essendo di legno). La domanda che sorse dopo molto tempo era: quella nave, identica all'originale ma fatta di materiali completamente nuovi, è ancora la nave di Teseo, o le somiglia soltanto?

3. L'avvocato deve pagare le lezioni del maestro?

3. L'avvocato deve pagare le lezioni del maestro?

pxhere

Si narra che Protagora abbia formato un promettente giovane di nome Evatlo alla carriera di avvocato. Il ragazzo pagò solo metà delle lezioni: il patto tra i due era che avrebbe saldato il conto solo se avesse vinto la sua prima causa. Il giovane però non intraprese mai la carriera di avvocato, e per questo motivo si sentì libero di non pagare. Infastidito dall'attesa, il maestro lo trascinò in tribunale: il giovane decise di difendersi da solo, diventando avvocato di se stesso e affrontando quindi la sua prima causa. Il paradosso che veniva fuori dipende dai differenti punti di vista. Secondo Protagora il ragazzo pagherà in ogni caso: se vincerà la causa, pagherà in virtù dell'accordo iniziale; se perderà, verrà obbligato a pagare dal giudice. Al contrario, Evatlo ritiene di non dover pagare: se vincerà, non pagherà per decisione del tribunale; se perderà, non pagherà a causa dell'accordo iniziale. Non vorremmo essere nei panni del giudice.

4. Quanti chicchi di grano devo prelevare per far scomparire il mucchio?

4. Quanti chicchi di grano devo prelevare per far scomparire il mucchio?

MaxPixel

Dato un mucchio di grano, se rimuovo un singolo seme, continuerà ad essere un mucchio. Se ne rimuovo due, tre, quattro... continuerà ad esserlo; finché non rimarrà solo un chicco di grano. In quale momento il mucchio ha smesso di essere un mucchio? L'enunciato mette in relazione un concetto qualitativo (il mucchio) e uno quantitativo (la singolarità del chicco di grano).

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5. Si può essere onnipotenti?

5. Si può essere onnipotenti?

madhan r/Flickr

Il paradosso teologico mira a dimostrare la non esistenza del concetto di onnipotenza. L'enunciato è: "Può Dio creare un masso così pesante da non riuscire a sollevarlo?" Se riuscisse a crearlo, in quel momento perderebbe la sua onnipotenza, poiché non sarebbe in grado di alzarlo; se non riuscisse a crearlo, ugualmente non sarebbe onnipotente.

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