Gli scienziati potrebbero aver individuato la causa dell'autismo e non ha nulla a che vedere coi vaccini

di Giulia Bertoni

25 Luglio 2018

Gli scienziati potrebbero aver individuato la causa dell'autismo e non ha nulla a che vedere coi vaccini
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Ad oggi, le cause dietro alla comparsa dell'autismo non sono note: gli studi su questo disturbo dello sviluppo neurologico si sono moltiplicati ma per ora sono stati evidenziati solo possibili fattori di rischio, fra cui anomalie genetiche e metaboliche, pregressi episodi familiari, nascita pre-termine e carenza di vitamina D in gravidanza.
In uno studio pubblicato su The Journal of Immunology si parla di un suo possibile collegamento con lo stato di salute del cosiddetto "microbiota umano".

via jimmunol.org

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Da diversi anni gli scienziati si stanno concentrando sul ruolo che l'insieme dei microorganismi che vivono all'interno dell'organismo umano svolge nella comparsa di alcune condizioni patologiche, in questo caso dell'autismo.
Gli autori dello studio spiegano che: "Il microbiota svolge un ruolo importante nella formazione del cervello e del modo in cui il sistema immunitario del nascituro sarà in grado di reagire a infezioni, stress e ferite".

Gli scienziati della University of Virginia si sono concentrati in particolare sul ruolo di una molecola chiamata interleuchina-17a (IL-17a), un tipo di proteina secreta dal sistema immunitario, e hanno effettuato degli esperimenti basandosi sull'assunto che come essa risulta collegata alla comparsa di malattie come l'artrite reumatoide, sclerosi multipla e psoriasi, potesse altresì avere a che fare con l'autismo.

Stimolando in maniera specifica il sistema immunitario delle cavie, gli studiosi hanno rilevato che la composizione del microbiota prenatale materno determina anormalità comportamentali nella prole riconducibili all'autismo. Essi hanno dimostrato che alterando il microbiota materno in fase di pre-concepimento è possibile trasferire la suscettibilità allo sviluppo di malattie neurologiche e che la rimozione dei segnali trasmessi da IL-17a fornisce una protezione contro di esse.

Per il momento si tratta di studi preliminari ma il prossimo passo sarà quello di ricercare correlazioni simili negli esseri umani e capire se le molecole coinvolte siano anche altre.

Source:

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West ga obgyn/Wikimedia

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