Sentire l'odore del caffè ti rende più bravo in matematica: lo dice la scienza!

di Giulia Bertoni

20 Luglio 2018

Sentire l'odore del caffè ti rende più bravo in matematica: lo dice la scienza!
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Il caffè è fra le bevande più amate e consumate al mondo e per questo i suoi effetti continuano ad essere indagati.
Sappiamo che può incrementare l'attività cerebrale, innalzare la pressione arteriosa, attenuare i sintomi depressivi, migliorare la memoria a breve termine, attivare il metabolismo e che può persino essere associato a personalità dai tratti molto anti-sociali, ma il caffè non finisce di sorprenderci: una nuova ricerca svela che solo sentirne l'odore può esserci d'aiuto nella matematica!

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Lo studio è stato svolto dallo Stevens Institute of Technology del New Jersey sotto la guida della professoressa Adriana Madzharov coinvolgendo cento studenti universitari di Economia, dividendoli in due gruppi e somministrando loro il GMAT, il test d'ingresso più utilizzato a livello mondiale per determinare l'attitudine personale agli studi aziendali.

Un gruppo ha svolto il test in presenza dell'odore del caffè mentre l'altro gruppo ha svolto lo stesso test in una stanza priva di odori particolari: i risultati hanno mostrato che gli studenti del primo gruppo erano andati significativamente meglio, in particolare nella sezione analitica del GMAT.

"Non solo abbiamo rilevato che l'odore del caffè sembra migliorare le performance cognitive nello svolgimento di lavori analitici," ha commentato Madzharov. "Ma ci siamo resi conto anche che gli studenti pensavano di poter fare meglio in sua presenza e che la sola aspettativa di fare bene grazie alla presenza di questo elemento olfattivo è stata parzialmente responsabile del risultato positivo ottenuto".

In sostanza, sembra che anche il solo percepire l'odore del caffè, e quindi senza assumere realmente caffeina, abbia un effetto simile al berlo, suggerendo così che esista un effetto placebo innescato dall'olfatto.

"L'olfatto è un senso molto potente: datori di lavoro e manager potrebbero utilizzarlo per modificare l'ambiente di lavoro e influire positivamente sulle performance dei lavoratori. Si tratta di un'area di studio molto interessante e dal grande potenziale", ha concluso Madzharov.

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