In Nuova Zelanda nessuno vuole raccogliere i kiwi a 16,5 dollari l'ora: ecco la decisione del governo

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di Claudia Melucci

10 Maggio 2018

In Nuova Zelanda nessuno vuole raccogliere i kiwi a 16,5 dollari l'ora: ecco la decisione del governo
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Se da una parte i campi si svuotano di lavoratori disposti a lavorare la terra con tutti i sacrifici che essa comporta, dall'altra le statistiche riferiscono che sempre più giovani trovano nell'agricoltura il campo in cui mettere in pratica progetti ed idee innovative. Al momento, però, l'aspetto negativo sembra essere più importante di quello positivo: sono molti i paesi che hanno subito una carenza di manodopera nel settore agricolo, tra cui la Nuova Zelanda. Qui le piantagioni di kiwi stanno raggiungendo il grado di maturazione giusto, ma non ci sono lavoratori da impiegare nel settore. Il rischio è quello di lasciare marcire i frutti sugli alberi, ma il governo ha deciso di provarle tutte. 

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6000 posti vacanti in agricoltura: la raccolta dei kiwi rischia di saltare, ma il governo ha deciso di prendere misure mai adottate prima.

6000 posti vacanti in agricoltura: la raccolta dei kiwi rischia di saltare, ma il governo ha deciso di prendere misure mai adottate prima.

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Da diversi anni, ormai, tonnellate di kiwi vengono lasciate marcire sulle piante perché non c'è nessuno che le raccoglie: una situazione che non è tipica della Nuova Zelanda, ma che si verifica in tutti i paesi la cui economia si poggia in parte sulla produzione agricola. 

Nella Bay of Plenty, una delle zone in cui la coltivazione del kiwi è più massiccia, i frutti sono quasi giunti a maturazione: le aziende, però, denunciano una grave carenza di manodopera agricola, circa 6000 posti vacanti, che rischia di danneggiare anche quest'anno le entrate economiche derivanti dal commercio del kiwi. 

A seguito della denuncia delle aziende, il governo ha deciso di adottare delle misure volte a favorire in tutti i modi l'interesse delle persone, sia locali che straniere, per il settore agricolo: lo ha fatto ribadendo la paga stabilita per la raccolta del kiwi, pari a 16,5 dollari l'ora, e rendendo più semplice l'accesso al Paese per i lavoratori stranieri, alleggerendo la burocrazia per l'ottenimento del visto. In più, il primo ministro Jacinda Ardern ha stabilito che per lavorare nei campi il visto turistico non debba essere necessariamente trasformato in visto lavorativo. Tutto questo per far sì che un numero maggiore di turisti si fermi nel Paese per cogliere la possibilità di lavorare nei campi con stipendio regolare. Per molti, sarà un'opportunità per ripagarsi il viaggio. 

Sembrerà strano che tante migliorie vengano apportate a tutti i meccanismi relativi al turismo, mentre si faccia ben poco per promuovere l'impiego delle persone locali: purtroppo, si tratta di una realtà con cui non solo la Nuova Zelanda si trova a dover fare i conti, ovvero l'interesse sempre maggiore della popolazione per un impiego cittadino a discapito di uno in agricoltura.

 

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