Un'esperta di dipendenze rivela: "Dare uno smartphone a tuo figlio equivale a fornirgli una dose di droga"

di Giulia Bertoni

19 Aprile 2018

Un'esperta di dipendenze rivela: "Dare uno smartphone a tuo figlio equivale a fornirgli una dose di droga"
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A dirlo, seppure esprimendosi con toni molto forti, è un'esperta di dipendenze e assuefazioni: dare a tuo figlio la possibilità di usare uno smartphone è come fornirgli una dose di droga. È questa l'opinione della direttrice della clinica di riabilitazione Harley Street Charter, la psicologa Mandy Sailgari, che lavorando a contatto con le famiglie è testimone degli effetti che questo dispositivo può provocare in alcuni casi. Ma la dipendenza non è l'unica tendenza negativa che ha rilevato fra i suoi giovani pazienti.

via independent.co.uk

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Uno scenario sempre più preoccupante.

Uno scenario sempre più preoccupante.

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Durante una conferenza che ha avuto luogo a Londra, la dottoressa Sailgari ha ribadito il pericolo dietro all'uso degli smartphone: la continua navigazione sui social media e l'attesa per la ricezione di notifiche sono cose che creano assuefazione al pari di altre abitudini dannose.

"Io dico sempre alle famiglie con cui lavoro che dare ai figli uno smartphone o il tablet è un po' come dare loro una bottiglia di vino o una dose di cocaina. È qualcosa che fareste, mettendola in questi termini? Perché prestiamo così poca attenzione a un meccanismo che va a lavorare sugli stessi impulsi nervosi di alcol e droghe?".

La dottoressa ha spiegato che oggi ben due terzi dei suoi pazienti sono giovani fra i 16 e i 20 anni che si rivolgono a lei per trattare proprio questa forma di dipendenza, "un palese aumento avvenuto negli ultimi dieci anni", ma alcuni di loro sono ben più giovani.

"Una consistente percentuale delle persone che incontro è composta da ragazzine di 13-14 anni alle prese con episodi di sexting - l'invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare - e che esse descrivono come qualcosa di assolutamente comune fra i loro coetanei. Tutto questo pone enormi problemi in termini di identità personale e rispetto verso se stesse".

Altri esperti presenti alla conferenza hanno sottolineato che secondo loro sarà possibile invertire questa tendenza solo facendo sì che le famiglie, scuole e ambiente sociale in generale lavorino assieme in modo da formare una rete di supporto che insegni a bambini e ragazzi ad autogestire le proprie attività.

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