Ritrovati due dipinti di Raffaello nei Musei Vaticani: le stupende allegorie di Giustizia e Amicizia

di Giulia Bertoni

18 Luglio 2017

Ritrovati due dipinti di Raffaello nei Musei Vaticani: le stupende allegorie di Giustizia e Amicizia
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Dopo più di due anni di lavoro, arriva un'importante conferma dai restauratori dei Musei Vaticani guidati da Maria Ludmilla Pustka e dallo storico dell'arte Arnold Nesselrath: le allegorie di Amicizia e Giustizia presenti all'interno di una delle cosiddette "stanze di Raffaello" del Palazzo Apostolico sono proprio opera del grande Maestro della pittura e dell'architettura rinascimentale. Ecco cosa ha rivelato il restauro.

via ctv.va

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La conferma dei restauratori

La conferma dei restauratori

Wikimedia Commons/Public Domain

Nel periodo immediatamente precedente alla sua morte (avvenuta il 6 aprile del 1520), Raffaello lavorava principalmente come appaltatore di lavori che poi venivano eseguiti in buona parte dai suoi allievi.
Per quanto riguarda la Sala di Costantino dei Musei Vaticani, si è sempre ritenuto che Raffaello fece in tempo solo a realizzare i cartoni preparatori e che la decorazione vera e propria degli ambienti fu postuma alla sua morte ma, come confermato dal restauratore Fabio Piacentini e riportato da Nesselrath: "Analizzando il dipinto 'de visu' ci siamo accorti che ormai è certo l’intervento del Maestro".

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Amicizia e Giustizia

Amicizia e Giustizia

Centro Televisivo Vaticano

Le due figure allegoriche di virtù poste a destra della Visione della croce e della Battaglia di Costantino contro Massenzio, furono dunque realizzate dallo stesso Raffaello, e non dal suo allievo più capace, Giulio Romano. Si tratta di immagini eseguite ad olio su muro, una tecnica particolare in cui non solo traspare l'inconfondibile tratto pittorico del maestro urbinate, ma che conferma quanto riportato da alcune fonti scritte; il resto della sala, completata dagli allievi, è stata invece realizzata con la tradizionale tecnica a fresco.

"Quando aveva capito come funzionava una cosa, Raffaello si lanciava subito in una sfida nuova. Per questo, quando giunse nella sala più grande dell'appartamento pontificio decise di dipingerla a olio. Purtroppo riuscì a realizzare solo quelle due figure", conclude Nasselrath.

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