Questo piccolo paradiso ha messo al bando il cibo spazzatura per tutelare la salute e l'economia locale

di Giulia Bertoni

14 Giugno 2017

Questo piccolo paradiso ha messo al bando il cibo spazzatura per tutelare la salute e l'economia locale
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Anche se la crescita economica del piccolo stato insulare di Vanuatu dipende principalmente dal settore turistico, nella provincia di Torba è stata presa una decisione che punta a limitare i rischi dell'invasione del cibo spazzatura: per soddisfare le richieste di chi si reca sull'isola per trascorrere le vacanze, infatti, si è dato ampio spazio all'importazione di prodotti esteri che, però, in questa parte dell'isola si è deciso di proibire per tutelare la salute dei cittadini e l'economia alimentare locale.

via theguardian.com

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Stop all'importazione di prodotti considerati 'junk food'

Stop all'importazione di prodotti considerati 'junk food'

Graphic Stock

Fra i cibi che più di tutti vengono importati da fuori ci sono il riso, le caramelle, il tonno in scatola e i biscotti.
Padre Luc Dini, capo del consiglio turistico di Torba, però, ha rilasciato una dichiarazione con la quale annuncia la volontà di vietare questo tipo di importazioni.

"Al momento stiamo vivendo una sorta di invasione di cibo dall'estero. Certo, bollire spaghetti e riso è facile, ma il loro apporto nutrizionale è scarso; noi qui abbiamo cibo sostanzioso e biologico in abbondanza, per cui non c'è necessità di importarlo da fuori. In questo caso il fatto che siamo la provincia più remota dell'intera Repubblica di Vanuato si è rivelata una fortuna perché siamo riusciti a controllare il fenomeno meglio di altri, ma è nostra intenzione continuare. Se andate nelle altre province noterete subito come le persone siano meno in salute, con i denti rovinati dal troppo zucchero. Noi non vogliamo avere a che fare coi tipici problemi dovuti al junk food occidentale".

L'iniziativa degli abitanti di Torba è stata accolta con favore dal governo centrale che ha deciso di supportare la decisione di limitare al massimo il ricorso a cibi importanti e di monitorare l'andamento dell'esperimento. I bungalow turistici dovranno pertanto servire esclusivamente prodotti coltivati sull'isola e nel frattempo si lavorerà alla legislazione che determinerà il divieto in maniera più formale. "Chi decide di vivere o andare in vacanza in un 'paradiso terrestre' dovrebbe imparare a farlo con quello di cui già si dispone, soprattutto se di così buona qualità", ha concluso Dini. Come dargli torto?

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