Ecco perché i bambini non dovrebbero imparare a leggere e scrivere prima dei 6 anni

di Giulia Bertoni

27 Maggio 2017

Ecco perché i bambini non dovrebbero imparare a leggere e scrivere prima dei 6 anni
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Sempre più scuole nel mondo stanno trasformando gli anni della scuola materna in una sorta di preparazione allo studio che avviene nel ciclo della scuola primaria. In alcuni posti, però, questa tendenza viene fortemente contrastata imponendo l'inizio dell'alfabetizzazione all'età di sette anni. Chi fa meglio? I pareri degli esperti di istruzione prescolastica e i risultati delle scuole che attuano l'alfabetizzazione ritardata sembrano non lasciare spazio a dubbi.

via theguardian.com

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Ecco perché non bisognerebbe esigere che i bambini imparino a leggere prima dei 6 anni

Ecco perché non bisognerebbe esigere che i bambini imparino a leggere prima dei 6 anni

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I genitori e gli insegnanti che spingono affinché i bambini imparino a leggere e a scrivere prima dei sei anni sono sicuramente mossi da buone intenzioni, così come dalla paura di vedere i propri piccoli in difficoltà rispetto agli altri una volta giunti alla scuola primaria.
Ma se in paesi come la Cina l'oggettiva complessità della lingua scritta potrebbe forse giustificare la precoce alfabetizzazione dei bambini, nei paesi in cui si parlano lingue basate su alfabeti con un numero limitato di lettere questo spesso si rivela inutile oltre che dannoso.

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Cosa dicono i fatti

Cosa dicono i fatti

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Ci sono bambini che già a cinque anni manifestano spontaneamente interesse per le lettere e imparano a leggere facilmente anche senza passarci troppo tempo su; altri, però, non solo non hanno ancora sviluppato il livello di attenzione necessario a svolgere questo difficile compito, ma a volte non sono pronti nemmeno dal punto di vista fisico perché non hanno sviluppato le abilità motorie necessarie a tenere in mano la matita.
Per molti esperti, infatti, inclusa l'esperta di istruzione prescolastica Lilian Katz, addirittura prima dei sette anni sostituire l'apprendimento tramite il gioco con lezioni di alfabetizzazione non porta a risultati migliori, bensì a potenziali danni.

Nel lungo periodo, infatti, ciò che risulta è che chi ha avuto la possibilità di giocare di più e di coltivare maggiormente la propria creatività, avrà ottenuto risultati multipli e variegati: la crescita personale e una normale capacità di leggere e scrivere. Chi è stato più impegnato a studiare e interpretare le lettere sin da piccolo, invece, riporta maggiori difficoltà di adattamento all'ambiente scolastico, semplicemente perché ci sono buone possibilità che si sia sentito inadeguato perché incapace di riuscire come gli altri. Gli studi, fra l'altro, indicano che questo si rivela particolarmente vero per i bambini: sono i maschietti, infatti, a risentire di più di questa pressione psicologica.

Non sarà allora un caso che un paese come la Finlandia, da sempre fra i primi cinque posti delle classifiche per i migliori sistemi scolastici al mondo, preveda proprio questo: alla scuola dell'infanzia "solo" attività che responsabilizzano i bambini attraverso il gioco e che stimolano la loro creatività il più possibile, poi, a 7 anni, si inizia a lavorare con le lettere.

Se vi trovate a vivere proprio questa fase con i vostri figli ovviamente cambiare il modo di gestire la didattica a scuola non è possibile, ma almeno tenete conto di queste informazioni per stare accanto a loro nel migliore dei modi.

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