Sei pronto per avere un figlio? Esistono 4 elementi per capirlo ma quasi nessuno li considera

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di Claudia Melucci

16 Maggio 2017

Sei pronto per avere un figlio? Esistono 4 elementi per capirlo ma quasi nessuno li considera
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Per molti la gravidanza non deve essere programmata, se non ascoltando ciò che il cuore dice, per altri invece, come ogni grande passo della vita, deve essere vagliata attentamente: condizioni economiche, stabilità lavorativa e della coppia, volontà di accudire dei figli, nulla deve sfuggire all'analisi. Secondo lo psicologo Carl Pickhardt, autore di numerosi testi su bambini e famiglie, è il sentirsi pronti l'elemento sicuramente decisivo, ma non certamente l'unico. Molte coppie considerano soltanto la propria preparazione, quando invece è soltanto uno dei 4 punti in tutto che si dovrebbero analizzare. 

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La maggior parte delle coppie pensa solo all'ultimo di questi 4 punti.

La maggior parte delle coppie pensa solo all'ultimo di questi 4 punti.

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  1. Rimanendo nell'ambito del "sentirsi ponti", la coppia dovrebbe essere preparata nel conoscere il proprio partner sotto una luce totalmente diversa. Non solo le cose cambieranno dal punto vista fisico (e non solo per le donne!), ma lo faranno anche i temi di discussione, i ritmi, le priorità, le attenzione dell'uno rispetto all'altro. Dalla gravidanza in poi sarà come conoscere un'altra persona. Vi troverete a dibattere sul da farsi quando il bambino inizierà a piangere e uno dei due avrà il desiderio di prenderlo mentre l'altro penserà di lasciarlo lì. Chi ha ragione? In qualche modo dovrà essere la collaborazione tra i partner a sopportare tutti questi cambiamenti. 

  2. L'altro punto che secondo Pickhardt è di vitale importanza, è la capacità di prendersi cura di se stessi: nessun genitore deve sacrificarsi per il figlio fino ad arrivare ad una situazione in cui il bambino è il tiranno che governa la vita dell'adulto. Le conseguenze sarebbero molto negative, in modo particolare per il bambino che si vedrebbe incolpato ingiustamente. Nonostante sia spontaneo mettere al primo posto la  prole, quest'ultima in realtà dovrebbe occupare la terza: prima c'è la salute della propria persona e poi quella del partner, solo così anche i figli cresceranno felicemente. 

  3. Si dovrebbe avere una buona "etica del lavoro", e quindi saper organizzare i propri impegni, saperne portare a termine anche più contemporaneamente e soprattutto finire ciò che si inizia. Se non si possiedono tali capacità, molto probabilmente la vita da genitore sarà molto complicata. 

  4. Si arriva così all'unico punto che la maggior parte delle coppie prende come segnale di via: il senso di autorealizzazione che genera il diventare genitore. Chi è pronto per fare il grande passo è l'adulto che considera la genitorialità lo scopo principe della propria esistenza e non un cambiamento da dover compiere solo per aver raggiunto i requisiti economici e di età indicati. 

Come spiega lo psicologo, i suoi punti non devono essere presi come la luce di un faro: la loro stesura nasce dal fatto che al giorno d'oggi sempre più coppie si lasciano nei primi anni dalla nascita di un figlio, e spesso non c'entrano motivi economici. Dunque è altro a dover essere posseduto dai partner, è la volontà di collaborazione, è il desiderio di veder nascere un frutto concreto dalla relazione e di veder continuare la propria vita in quella dei figli. 

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