Celiaci per moda: gli italiani sani spendono milioni di euro senza guadagnarci in salute

di Giulia Bertoni

15 Maggio 2017

Celiaci per moda: gli italiani sani spendono milioni di euro senza guadagnarci in salute
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La celiachia è la più frequente intolleranza alimentare a livello mondiale e di essa si sente parlare sempre più spesso; sebbene di questo non si possa che essere felici, succede che tutta l'attenzione posta su segni e sintomi di questa malattia spinga sempre più persone a fare diagnosi fai-da-te e ad eliminare gli alimenti contenenti glutine perché convinte di guadagnarci in salute. I medici però avvertono che le cose non stanno affatto così e invitano le persone ad abbandonare quella che ormai è diventata una vera e propria (costosissima) moda.

via repubblica.it

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Celiaci per moda o per "autodiagnosi".

Celiaci per moda o per "autodiagnosi".

Graphic Stock

Stando a quanto riportato dall'Associazione Italiana Celiachia (AIC), insieme al numero di diagnosi, aumenta anche quello di chi si convince di essere affetto da celiachia (diversa dalla Gluten Sensitivity e dall'allergia al frumento), oppure si unisce alla corrente di pensiero del tutto priva di fondamenti che vede in una dieta gluten-free dei benefici per la salute, soprattutto per quella del cuore.
Questa teoria non è stata dimostrata da alcuno dato scientifico, al contrario un esperto di epidemiologia della Columbia University, il professor Benjamin Lebwhol, ha realizzato uno studio che sembra dimostrare l'opposto: "Molti libri sull'alimentazione che si basano solo su aneddoti alimentano la nozione che il senza glutine sia salutare per tutti, ma i risultati ottenuti dalla nostra ricerca dicono il contrario: smettere di consumare glutine può persino causare danni cardiovascolari in quanto molti cereali svolgono una funzione di protezione contro le malattie del cuore".
La moda del gluten-free, inoltre, ogni anno porta gli italiani non celiaci a spendere 105 milioni di euro per l'acquisto di alimenti di cui non avrebbero alcun bisogno; dei 320 milioni spesi in totale, infatti, solo 215 sono quelli sborsati da chi soffre realmente di questa malattia.

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