Troppo sale nella cucina degli italiani: il 90% abusa di questo condimento con gravi conseguenze per la salute

di Giulia Bertoni

02 Aprile 2017

Troppo sale nella cucina degli italiani: il 90% abusa di questo condimento con gravi conseguenze per la salute
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Ogni anno l'organizzazione mondiale World Action On Salt and Health (WASH) organizza la Settimana della sensibilizzazione per la riduzione del consumo di sale, di solito nel primo trimestre del nuovo anno e con i dati diffusi dal Ministero della Salute in occasione della sua XII edizione, vogliamo parlarvi del consumo di sale in Italia. Sebbene nel Bel Paese si continui a essere più in salute che in altri luoghi del mondo, ancora non si tiene presente dei danni che un eccessivo consumo di sale può causare alla nostra salute. Ecco in che misura ne facciamo uso.

via salute.gov.it

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Graphic Stock/Wikipedia

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In base a quanto rilevato dal progetto CCM “MinSal 2009-2012”, effettuato analizzando le urine raccolte nell'arco delle ventiquattro ore da tre diversi campioni di persone, uno di persone adulte non ipertese (donne e uomini fra i 35 e i 79 anni), uno per quelle con ipertensione accertata e uno per i giovani fra i 6 e i 18 anni, gli italiani abusano parecchio di questo condimento. In media, infatti, gli uomini arrivano a consumarne 10,6 grammi, mentre le donne 8,2 grammi; solo il 5% dei primi e il 15% delle seconde si attiene al limitato indicato accettabile dall'OMS, ossia di 5 grammi al giorno. Anche se i valori massimi sono stati registrati nel sud del Paese, la tendenza è più o meno la stessa in tutta la penisola e interessa tutte e tre le categorie di popolazione prese in esame.

Riducendo il consumo di sale alla quantità indicata dagli esperti, è stato calcolato che si riuscirebbe a ridurre l'occorrenza di ictus di circa il 23%, (1,2 milioni di morti ogni anno nel mondo) e del 17% per quanto riguarda i casi di ipertensione (ben 7 milioni di morti all'anno).

Anche se siamo lontani dal ridurre il consumo di sale raccomandato dall'OMS, questo obiettivo non solo è possibile, ma rappresenta una misura preventiva contro le malattie croniche non trasmissibili di efficacia comprovata. Insomma, partiamo dalle certezze e proviamo a unirci alla missione che prevede di ridurre il consumo mondiale di sale del 30% entro il 2025.

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