Vivere da soli: una scelta sempre più diffusa che altro non è che "Il Trionfo dell'Egoismo"

Claudia Melucci image
di Claudia Melucci

16 Marzo 2017

Vivere da soli: una scelta sempre più diffusa che altro non è che "Il Trionfo dell'Egoismo"
Advertisement

Nella società di oggi dilaga una tendenza degli adulti che, secondo l'esperto sociologo Umberto Galimberti, sta già provocando conseguenze negative: si tratta della scelta di molti uomini e donne di vivere soli, in una condizione di libertà e indipendenza da tutto e da tutti, che alimenta sentimenti e comportamenti negativi. Quella di oggi è secondo lo studioso una società composta da tanti nuclei "atomistici e individualisti" che solo all'apparenza possono sembrare di gran lunga più "vantaggiosi" del tradizionale nucleo familiare padre-madre-figli. 

via espresso.repubblica.it

Advertisement
commons.wikimedia.org

commons.wikimedia.org

"Saremo una società più egoista. Del resto, quando le società sono povere, i vincoli familiari sono più forti e prevale la solidarietà. Quando invece le società diventano opulente, o comunque libere dai bisogni fondamentali, individualismo ed egoismo, caratteristiche proprie del benessere, si fanno più radicali. 

La gente non ha voglia di assumersi la responsabilità di un’altra persona e di una famiglia. Ha qualche piccolo privilegio e preferisce goderselo da solo. Ma una società individualista è indubbiamente più povera. 
Non solo. Si impoverisce la stessa struttura psichica dell’uomo, a causa del decadimento sentimentale. Vivere da soli depaupera i sentimenti

Avere relazioni fugaci, amicizie per trascorrere la serata, non basta per maturare in sensibilità, comprendere cosa significhino gli altri per noi, accogliere la sfida di amare senza considerare l’altro una proprietà. Se i rapporti sono intercambiabili, non avrò la possibilità di sviluppare l’impegno di una relazione.

La continuità fa crescere i sentimenti.

La società sta in piedi su basi sentimentali. Quando collassano, quando la vita è dissanguata dei sentimenti, e risponde solo al lavoro e all’efficienza, viene meno una struttura portante del modo di essere uomo. Per effetto dell’impoverimento sociale, infatti, sta mutando la struttura genetica dell’uomo: non è più se stesso.

Certo: più tempo per il lavoro, per coltivare hobby... Ma quanti di questi impegni sono una forma di difesa?
È più difficile avere relazioni con gli altri che produrre risultati pratici: il solipsismo ci allontana da tutto ciò che è fatica. Domandiamoci quanto quelle persone sole, che ci sembrano più produttive ed efficienti di noi, non siano così attive per riempire il vuoto intorno".

Per questo crescono i luoghi di aggregazione: circoli, associazioni...

"Socializzazione a sfondo narcisistico. Luoghi dove andare quando si ha voglia, dove farsi vedere. E dove coltivare l’ipocrisia delle buone maniere."

Intervista di Sabina Minardi per L'Espresso.

Advertisement